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Dolore all'orecchio, otite esterna?

L'arrivo dell'estate porta la voglia di rinfrescarsi in piscina o al mare. Questa abitudine può determinare un maggior rischio di contrarre un infezione dell'orecchio esterno. Andiamo a vedere come individuare i segnali cardine di questa patologia, definita anche otite del nuotatore per la stretta correlazione con l'acqua, la terapia da effettuare e gli eventuali accorgimenti per prevenirla.

 

L'otite esterna è un'infiammazione del padiglione auricolare o del condotto uditivo esterno associata ad un'infezione batterica, virale o fungina della cute o del tessuto sottocutaneo.


Partiamo dall'anatomia: con il termine orecchio esterno si definisce l'insieme di padiglione auricolare e condotto uditivo fino al timpano. Queste strutture sono rivestite da cute, in particolare il condotto uditivo presenta una cute molto sottile e, di conseguenza, più delicata.


Dall'anatomia possiamo dedurre i fattori di rischio: essendo il condotto uditivo un canale stretto, rivestito da cute sottile e chiuso al fondo per la presenza del timpano, possiamo individuare come fattori di rischio:

  • traumi: l'utilizzo di cotton fioc o il grattamento possono provocare microlesioni della pelle che sono la porta di ingresso per i batteri;

  • ingresso di acqua nell'orecchio: l'acqua può ristagnare nel condotto uditivo determinando alterazioni della pelle, macerazione e, di conseguenza, maggiore esposizione alle infezioni. Per questo motivo prende anche il nome di otite del nuotatore.

  • patologie dermatologiche: eczemi, psoriasi, dermatiti, possono contribuire all'insorgenza e al perpetuarsi di questo problema in quanto alterano la cute del condotto uditivo (ruolo di protezione).

  • impiego di auricolari o tappi: determinano la chiusura del condotto uditivo con conseguente ristagno di materiale e creazione di un ambiente più suscettibile alle infezioni.


Quali sono i sintomi che devono fare insospettire? Fermo restando che, in caso di dubbio, è necessario effettuare una visita otorinolaringoiatrica per la conferma diagnostica, possiamo sospettare una otite esterna quando:

  • Forte dolore all'orecchio, spesso descritto come pulsante, che può interessare anche le aree intorno all'orecchio e determinare difficoltà alla masticazione.

  • Perdita di materiale liquido maleodorante dall'orecchio, spesso lo si ritrova sul cuscino

  • Riduzione dell'udito, provocato da un edema (gonfiore) del condotto uditivo esterno che risulta quasi chiuso.

  • Dolore alla trazione del padiglione auricolare o alla pressione del trago.


Cosa è necessario fare in presenza di questi sintomi? Innanzitutto sono da evitare attività che prevedano il rischio di far entrare acqua nelle orecchie, in quanto si può peggiorare la situazione.

Se si portano protesi acustiche, non bisogna indossarle fino alla risoluzione del disturbo. Fondamentale inoltre è il controllo del dolore, che può avvenire mediante l'utilizzo per via orale di antidolorifici.

In secondo luogo, è necessario effettuare una visita otorinolaringoiatrica con una certa tempestività.

Se viene confermato il sospetto diagnostico, la terapia in genere è locale, mediante l'impiego di gocce auricolari. In commercio esistono diverse soluzioni contenenti antibiotico e/o cortisone. L'utilizzo di terapia locale consente, a differenza di quella sistemica, di agire direttamente sul sito di infezione con una efficacia maggiore.

In genere, già dopo 48 ore di terapia si avverte il miglioramento della sintomatologia.


Come si applicano le gocce auricolari? Dopo l'instillazione delle gocce nel condotto uditivo, si mantiene il capo inclinato per circa 5 minuti, per permettere che vernicino tutto il condotto.

Non chiudere assolutamente il condotto uditivo con cotone o altro, in quanto fattore favorente di infezione.


Quali sono gli accorgimenti per prevenire l'otite esterna? Sulla base di quanto detto sino ad ora, possiamo individuare i seguenti consigli:

  • evitare l'utilizzo di cotton fioc per non creare abrasioni o microtraumi nella cute del condotto uditivo. Si consideri che il cerume svolge un ruolo protettivo e, di conseguenza, non è necessario rimuoverlo se non comporta problemi (ad esempio un tappo di cerume).

  • Utilizzare un blando disinfettante, come ad esempio acqua borica, per il lavaggio delle orecchie, specialmente se vi sono fattori di rischio non eliminabili, come ad esempio il contatto frequente con l'acqua (piscina o mare) oppure se si indossano protesi acustiche, che creano un ambiente umido e caldo nel condotto uditivo favorente la proliferazione batterica.



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